Uno studio che ha valutato, per la prima volta in modo dettagliato, l'impatto delle condizioni atmosferiche sui patogeni europei: cioè quei microrganismi responsabili di trasmettere i malanni negli esseri umani e negli animali del Vecchio continente. «Tra cambiamento climatico e malattie infettive c'è una connessione comprovata, ma prima non capivamo quanto grande fosse il suo effetto e quali le malattie più affette», spiega Marie McIntyre, l'epidemiologa che ha coordinato lo studio.
Per capirne meglio la portata gli scienziati hanno revisionato la letteratura scientifica, pubblicata al momento, su cento agenti patogeni per l'essere umano e cento per gli animali domestici presenti in Europa che hanno le conseguenze più significative sulla nostra salute. Analizzando i risultati, gli studiosi hanno scoperto che il 63 percento dei microrganismi esaminati subisce gli effetti del clima. Le malattie maggiormente sensibili sono quelle veicolate da insetti e zecche, seguite da quelle diffuse attraverso il terreno, l'acqua e il cibo. Non solo, gli agenti patogeni zoonotici (che trasmettono le patologie dall'animale a noi) sono quelli più influenzati, in molteplici modi, da vari aspetti del clima.
Lo studio «aiuta a dare priorità alla sorveglianza per i patogeni che rispondono al cambiamento climatico», scrivono gli autori degli analisi. Ma specificano che: le conseguenze del meteo su questi microrganismi variano a seconda di altri fattori come il mutamento delle tratte di viaggio e commercio, l'utilizzo del terreno, la deforestazione e un'evoluzione della resistenza agli antibiotici. Leggi l'articolo completo su
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