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Hera, il cui lancio è previsto nel 2026, arriverà nell' orbita di Didimo per raccogliere nuove misure e dati preziosi per verificare l'entità della deviazione dovuta all'impatto. «Grazie alle questo coordinamento potremo ottenere risultati combinati molto maggiori rispetto a quelli che potrebbero dare le singole missioni indipendenti», ha detto il responsabile della missione Hera per l'Esa, Ian Carnelli. La missione Hera sarà anche sul tavolo della conferenza ministeriale dell'Esa prevista in novembre a Siviglia, con la richiesta di 140 milioni di euro per la fase di costruzione del satellite; nella ministeriale successiva dovranno invece essere assegnati i finanziamenti per il lancio, per un costo complessivo della missione di 290 milioni.
«Che possa avvenire in futuro l'impatto di un asteroide sulla Terra è certo, ma è una catastrofe che possiamo non solo prevenire, ma evitare», ha detto ancora Carnelli. Per questo la difesa planetaria è fra i temi all'attenzione delle agenzie spaziali. Esa e Nasa, ha aggiunto, stanno sviluppando un sistema coordinato basato su tre elementi: una rete telescopi a Terra per scoprire e catalogare il maggior numero di asteroidi e caratterizzarne le proprietà; due centri di calcolo, nel centro dell'Esa in Italia (Esrin) e nel Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, che in modo indipendente useranno i dati dei telescopi per calcolare traiettorie e probabilità di impatto; un programma per deviare la traiettoria degli asteroidi a rischio di impatto sulla Terra. Leggi l'articolo completo su
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