Disability Pride, l'appello di Marco Gentili: «Al “Governo del Cambiamento” chiediamo di fare di più»

Le esigenze delle persone con disabilità vanno oltre le barriere architettoniche e devono tornare al centro dell’agenda istituzionale, per questo Marco Gentili (co presidente di Associazione Luca Coscioni), politico malato di Sla, molto attivo nella difesa dei diritti delle persone con disabilità ha scelto il Disability day per rivolgere alla politica e alla società alcune richieste, evidenziando le attuali mancanze.


«Sono Marco Gentili, co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, da sempre in prima linea per le libertà civili delle persone. Di tutte le persone.
 Oggi voglio parlarvi dei diritti delle persone con disabilità, troppo spesso ignorati e violati.
 Tutti i cittadini dovrebbero poter accedere alle cure, al lavoro, alla mobilità e a una vita indipendente, all’espressione e alla costruzione di una famiglia.
Anche e soprattutto i cittadini con disabilità.
 Le vittorie e le battaglie dell’Associazione che porta il nome di Luca sono tante.
L’aggiornamento del Nomenclatore Tariffario e dei LEA; la costruzione e promozione dell’APP “No Barriere”; le azioni per il diritto di voto ai malati intrasportabili e l’uso della firma digitale; le lotte per la vita indipendente e per l’assistenza sessuale dei disabili.
L’ultima vittoria è la legge sul biotestamento, grazie alla quale anche le persone gravemente malate, che non possono firmare manualmente, possono trasmettere le loro volontà con strumenti audiovisivi.
Ma noi non ci accontentiamo.
Al “Governo del Cambiamento” chiediamo, anzi, di fare di più”: l’attuazione dei PEBA come da legge del 1986 e l’utilizzo della firma digitale e/o elettronica per chi non può firmare e anche per affermare diritti politici.
Cari cittadini, cari ministri del Governo, volete il cambiamento vero?

Partiamo da qui: dalle difficoltà quotidiane di tante persone, dal dovere di garantire a tutti pari diritti, dall’accessibilità delle città, dal consentire l’espressione della volontà, di fornire a tutti le protesi e gli strumenti necessari a condurre una vita indipendente. Almeno su questo non occorre legiferare, occorre fare. Per renderci tutti liberi - anche - prima della fine». Leggi l'articolo completo su
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