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«Dare una data precisa in questo momento non è possibile ma dobbiamo prepararci a quella data». Un arco temporale di riferimento potrebbe essere quello di 4 mesi, ma chiarisce che è impensabile tenere le persone chiuse in casa per così tanto tempo, quindi sarà necessario un progressivo e cauto ritorno alla normalità.
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«Bisogna capire quale sia il rischio accettabile e procedere per gradi, con le dovute accortezze», spiega e poi allerta: «Il pericolo reale è che se riapriamo tra un mese tutto, ad esempio a fine aprile, la probabilità di ricominciare d'accapo con una nuova emergenza è elevata». Per evitare di rivivere una situazione che potrebbe essere addirittura peggiore di quella attuale sarà necessario un ritorno alla normalità graduale.
Per diverse settimane, spiega, dovranno continuare ad essere usate le mascherine e i contatti dovranno restare limitati. «Serve aumentare i dispositivi di sicurezza per le persone che lavorano in fabbrica; avere dati precisi su chi va a lavorare, su chi non va e su chi rimane a casa e tracciare queste persone. Infine bisogna potenziare al massimo la nostra capacità diagnostica, sia nel fare i tamponi, sia nel fare il dosaggio degli anticorpi». Per la cura al virus, chiarisce Crisanti, potrebbero servire anni. Leggi l'articolo completo su
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