All'appuntamento leghista era presente anche Stefano Parisi, candidato sindaco alle ultime Comunali di Milano per il centrodestra e fondatore di Energie per l'Italia. L'ex capo di Fastweb ha dichiarato che per ricostruire il centrodestra «è giusto che la proposta liberal-popolare si confronti con quella radicale». E riguardo all'esclusione di qualsiasi alleanza con il d lanciato da Berlusconi, Parisi non ha rinunciato alla polemica: il comportamento di FI in Aula, ha detto, «purtroppo è diverso, speriamo che si passi dalle dichiarazioni di massima ai fatti».
«Parole chiare da Berlusconi nell'intervista rilasciata al Mattino anche sulle alleanze indispensabili. Ancora una volta Silvio Berlusconi indica a tutto il centrodestra la linea da seguire. Una coalizione vasta ed inclusiva che trova il suo baricentro in Forza Italia» a dirlo è stato Maurizio Gasparri, capogruppo Fi al Senato.
Raffaele Fitto, ex forzista fuoriuscito dal blocco azzurro per fondare Direzione Italia, ha invece colto una contraddizione nelle parole dell'ex premier: «Berlusconi dichiara di non puntare a intese con Renzi e Pd. Ma insistendo sul sistema proporzionale, l'esito politico-parlamentare invece sarà proprio quello, peraltro realizzato a urne chiuse. Questa contraddizione è un punto politico da chiarire».
«Berlusconi ha detto che non pensa affatto ad accordarsi con Renzi. Che aspetta il centrodestra a ritrovarsi per le politiche?»: si è chiesto Francesco Storace, presidente del Movimento nazionale. Mentre l'ex presidente del Senato, Renato Schifani, ha sostenuto: «Berlusconi ha ragione quando afferma che il centrodestra è Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, non c'entra nulla il Pd. Noi abbiamo un'identità precisa in cui gli elettori si riconoscono, sarebbe controproducente intraprendere alleanze forzate e illogiche con chi sta dall'altra parte del Parlamento». E un richiamo all'alleanza larga è giunto anche da Gaetano Quagliariello, capogruppo di Fdl-Idea: «Benissimo un centrodestra più inclusivo possibile: è la nostra linea da due anni quella di dare unità a un centrodestra identitario in cui valorizzare la componente liberale, cristiana e conservatrice. Nessuna preclusione, dunque, ma ritengo debba essere posto qualche paletto. Per me il discrimine è il 4 dicembre: costruire qualcosa con chi è rimasto al governo dopo il 4 dicembre è oggettivamente difficile».
Reazioni alle parole di Berlusconi sono giunte anche dal centrosinistra. Il presidente del Pd, Matteo Orfini, sulla negata alleanza Fi-Pd, ha detto: «Per una volta sono d'accordo con il presidente Berlusconi: noi siamo alternativi alla destra, a Silvio Berlusconi. Lo siamo sempre stati. Andremo in campagna elettorale per battere Berlusconi e Beppe Grillo. Poi cercheremo di governare il Paese con il centrosinistra. Ma soprattutto cercheremo di avere i numeri per governare con la forza del Partito democratico», ha aggiunto. Mentre il deputato del Pd Edoardo Patriarca ha risposto a Berlusconi sul passaggio in cui l'ex presidente del Consiglio ha richiamato la «drammatica situazione della povertà», rispetto a cui occorrerebbe una «rivoluzione» fiscale-burocratica: «Berlusconi sa bene - ha detto Patriarca - che il primo e unico intervento contro la povertà lo abbiamo fatto noi del centrosinistra. Dai governi di centrodestra invece nessuna misura significativa, il nulla, perché Berlusconi parla ora?». Leggi l'articolo completo su
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