«Mi dispiace per Iv. Per una forza politica è sempre una sconfitta decidere deliberatamente di non sedersi a un tavolo», scandisce il capo del governo in una conferenza stampa dove chiama Matteo Renzi a un bivio non più prorogabile, se proseguire o meno nella maggioranza. «Italia Viva ci dica cosa vuole fare, lo deve chiarire non solo a me ma anche al Paese».
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Conte siede accanto a Alfonso Bonafede, padre di una riforma delle processo penale che - sottolinea il Guardasigilli - porterà a massimo 4 anni i tempi dei processi per tutti i gradi di giudizio. Ma più che l'accelerazione dei tempi dei processi a Conte preme tracciare una linea di demarcazione da qui ai prossimi giorni.
«Se ci sarà una mozione di sfiducia al ministro Bonafede il sottoscritto per assicurare credibilità alla politica ne trarrà tutte le conseguenze», afferma Conte rispondendo a chi gli chiede se, dopo una simile mossa di Iv, salirà al Colle. Del resto, per arrivare a presentare una mozione di sfiducia individuale servono 32 firme a Palazzo Madama: Iv ha diciassette senatori e dovrebbe quindi co-firmare la mozione con una forza di opposizione. Ma Conte, nelle sue parole, non chiude definitivamente a un rientro di Iv. O almeno dei suoi parlamentari. «Nei loro confronti c'è la massima disponibilità a confrontarci», spiega Conte negando, invece, di voler cercare o di aver trovato un gruppo parlamentare che sostituisca i renziani nella maggioranza. Il problema, più che altro, è Renzi. È per lui che Conte riserva tutte le frecce del suo arco.
«Se un giocatore si ferma, se inizia a pensare a sé, o addirittura a fare dei falli noi la partita non la possiamo vincere» e l'approvazione del ddl sulla riforma penale «è segno che quando si lavora con serietà e responsabilità i risultati arrivano», sottolinea il premier. Che attacca: «Chi può capire meglio di un ex premier, sempre sensibile alla stabilità, che ha lamentato in passato il fuoco amico e la dittatura della minoranza, chi più di lui deve dimostrare oggi questa sensibilità alle sfide che ci attendono?».
E non manca una stoccata al «peso» elettorale di Iv. Peso che Conte colloca più volte, nel corso della sua conferenza stampa, al 3%. Eppure, osserva Conte non senza malizia, «Iv per me ha pari dignità. Se andiamo a guardare le misure che ha fatto passare, queste sono ben superiori a quel 3% e altre forze più consistenti non si sono lamentate».
La palla, nella strategia del premier, passa insomma a Renzi. Renzi che, «mi accusa di ricatti ma minaccia la crisi, vota con le opposizioni ormai quotidianamente e crea instabilità», rileva Conte tacciando di illogicità la presa di posizione dell'ex premier. E se Renzi evoca il ritorno al voto Conte risponde per le rime: «chi mi conosce sa che io non ho nessuna arroganza ma anche nessuna paura. Io fino all'ultimo giorno darò sempre la garanzia della massima determinazione, concentrazione».
Ma a Palazzo Chigi non sembra esserci aria di voto. Il drappello di responsabili - da qualche azzurro ai membri del Misto - potrebbero emergere nel breve o medio periodo tanto che, secondo alcune fonti di parlamentari, Iv starebbe contattando i potenziali responsabili per convincerli ad un sodalizio anti-Conte. Con scarso successo, sembra. Anche se i numeri del Senato restano ballerini. E sulla prescrizione l'aiuto alla maggioranza parlamentare di esponenti del centrodestra al momento non sembra plausibile.
LA GIORNATA
Il Governo è stato in fibrillazione tutto il giorno dopo il botta e risposta a distanza tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Da una parte Conte accusa: «Da Italia Viva opposizione maleducata». Pronta la replica di Matteo Renzi in diretta su Facebook: «Vuole la crisi? Noi i cantieri», annunciando che stasera le ministre di Iv non parteciperanno al Cdm, cosa che poi si è regolarmente verificata. «Il ministro della Giustizia Bonafade ha detto che stasera ci sarà in Consiglio dei ministri il voto sul lodo Conte bis, che è un pasticcio da azzeccargarbugli che non sta in piedi. Allora noi non ci andiamo. E il presidente del Consiglio non può dire che è 'assenza ingiustificata'. Così parla il preside di una scuola», dice Renzi.
Telefonata a Mattarella. Il presidente del Consiglio Conte, a quanto si apprende in ambienti parlamentari, in giornata ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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Sullo sfondo, dunque, resta il tema della prescrizione, al Consiglio dei ministri di stasera, come ribadito da non saranno presenti le ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Bellanova è in queste ore impegnata in una visita istituzionale a Mosca ma l'assenza dal Cdm di questa sera è anche un modo per ribadire la distanza sul «lodo Conte bis» che stasera dovrebbe essere discusso in Cdm insieme alla riforma del processo penale, testo che Italia Viva si è riservata di valutare. «Non andiamo stasera al Consiglio dei ministri perché siamo contrari al lodo Conte e quindi per coerenza non ci saremo. Il testo del lodo Conte bis se lo voteranno gli altri» partiti della maggioranza, dicono da Italia Viva, motivando l'annunciata assenza delle due ministre renziane in Cdm.