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E la vigilia della riunione si trasforma in un braccio di ferro: i renziani raccolgono le firme a un documento di Lorenzo Guerini che dice «no alle conte» e «no a governi Di Maio o Salvini»; i «governisti», a partire da Dario Franceschini, li sfidano a votare in direzione la «fiducia» a Martina. Fino all'ultimo si cerca una mediazione: spaccarsi ora accelererebbe il congresso e aumenterebbe i rischi di una rottura definitiva. I nervi sono a fior di pelle, i veleni inquinano il dibattito dei Dem. E quando in rete spunta il sito www.senzadime.it che, rilanciando la campagna dei militanti renziani per fermare il governo con M5s, pubblica le liste dei favorevoli e contrari, il «martiniano» Matteo Mauri parla di «liste di proscrizione» dal sapore grillino. «C'è qualcosa di profondo che non va», sbotta Franceschini. A questo punto, dice il ministro, è necessario un «voto di fiducia a Martina in direzione», perché abbia un mandato pieno a gestire la fase delle consultazioni ancora aperta: «Sono certo - è la sfida all'ex segretario - che Renzi, che ha a cuore come tutti noi l'unità del Pd, sarà il primo a votare la fiducia al suo ex vicesegretario». Il fronte «pro-fiducia» ha il sostegno di tutte le aree del Pd che non fanno capo a Renzi: Area Dem di Franceschini, ma anche le minoranze di Orlando, Cuperlo ed Emiliano.
Nel governo sarebbero a favore di una conferma del mandato al reggente il premier Paolo Gentiloni, Marianna Madia, Roberta Pinotti, Anna Finocchiaro, Marco Minniti.
I renziani, che sostengono di avere il sostegno di 120 membri della direzione su oltre 200, sono convinti che la battaglia sia tutta per sottrarre a Renzi una leadership del partito che di fatto continua ad esercitare. Perciò se la direzione arriverà a una conta si dicono pronti all'assemblea già la prossima settimana per eleggere un nuovo segretario come Lorenzo Guerini o Ettore Rosato e poi andare al congresso al più presto. A quel punto, temono però, i «non renziani» potrebbero convergere su un nome come Matteo Richetti per rompere il fronte renziano. Fino alle 15 di domani, quando si riunirà la direzione, si proverà a mediare. In serata la proposta dei renziani ai governisti è mediare su un ordine del giorno che dica no a un governo Di Maio o Salvini, indichi la data dell'assemblea per eleggere il nuovo segretario e fino ad allora confermi una fiducia implicita a Martina. La fiducia deve essere esplicita, replicano gli altri. La partita si giocherà in direzione.
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