Valeria Arnaldi Lontani da scuola, forzati in casa, con spazi limitati di libertà

Valeria Arnaldi Lontani da scuola, forzati in casa, con spazi limitati di libertà
Valeria Arnaldi
Lontani da scuola, forzati in casa, con spazi limitati di libertà e uno schermo per mantenere vivo il contatto con amici e partner. La pandemia, tra lockdown e restrizioni, ha modificato profondamente le abitudini dei teenager. Anche per quanto riguarda il sesso. Sempre più in Rete: ragazzi e soprattutto ragazze - una su tre - hanno fatto regolarmente ricorso alla pornografia online.

A documentare le nuove consuetudini dei teenager, nate in epoca Covid, è un'indagine della Fondazione Foresta Onlus di Padova, diretta dal professor Carlo Foresta, condotta tra oltre cinquemila studenti delle quinte superiori in Veneto, Campania e Puglia. A fare da trait d'union, proprio la riscoperta della sessualità su internet. Il 10% degli intervistati, tra 2020 e 2021, si è affidato a siti di incontri: era il 5% nel 2018-2019.
PORNO ON LINE. La pornografia ha conquistato le ragazze. Se nel 2018-2019 era il 15% a dichiarare di collegarsi abitualmente a siti pornografici, oggi è il 30%. Non cambia il dato al maschile, stabile all'89%. Il maggiore ricorso alla pornografia si traduce anche in parallelo aumento di autoerotismo. Non solo. A raddoppiare sono pure i dati relativi al sexting, volato al 34%, e al cybersex, salito al 6%. «La scoperta della pornografia online per molte ragazze pare essere proprio una conseguenza di lockdown e restrizioni. Questa sessualità in piena riservatezza, senza limiti, ha stimolato alcune forme di esperienze multimediali che non facevano parte del loro bagaglio, anche per curiosità», commenta Carlo Foresta.
CYBERBULLISMO. E mentre aumenta la web-ricerca del piacere, crescono in modo importante i dati relativi al cyberbullismo, che, tra 2020 e 2021, ha visto coinvolti oltre il 40% delle ragazze e il 25% dei ragazzi. La maggior solitudine si è tradotta, in molti casi, pure in tempo per riflettere su se stessi. Il 15% dei ragazzi dichiara di non essere eterosessuale. Era l'8% nel 2018-2019. E per le ragazze, il dato è salito dal 22% al 29%. «Le nuove incertezze sono nate anche dalla sperimentazione della sessualità digitale», prosegue Foresta.

SOLITUDINE. In generale, i giovani si sono rivelati maggiormente fragili. In particolare, i ragazzi. Uno su quattro ha dichiarato di sentirsi solo. Nel biennio precedente era uno su otto. Ed è ben il 19% - era il 10% - a dirsi insoddisfatto della propria vita. «I ragazzi sono più protesi delle ragazze alla socializzazione esterna alla famiglia - conclude Foresta - e, in questo periodo, sono state tolte loro le abituali forme di socializzazione: sport, amici, club. Cosa accadrà dopo? Hanno perso il loro tessuto sociale e dovranno ricostruirlo. Avranno più difficoltà delle ragazze a tornare alla consueta socialità».
Leggi l'articolo completo su
Leggo.it