Valeria Arnaldi In cucina, Paolo. In sala, Daniele, che dopo le esperienze presso

Valeria Arnaldi In cucina, Paolo. In sala, Daniele, che dopo le esperienze presso
Valeria Arnaldi

In cucina, Paolo. In sala, Daniele, che dopo le esperienze presso Stazione di Posta e Marzapane si è concentrato sul mondo del vino. È una cucina legata al territorio, forte della tradizione ma capace pure di interessanti riletture e incentrata sull'attenta selezione delle materie prime, locali e anche biologiche, quella proposta nell'enosteria Menabò, enoteca con cucina di Paolo e Daniele Camponeschi, divenuta un riferimento a Centocelle per appassionati del mangiare e bere bene.
La parola d'ordine è semplicità. L'ambiente è accogliente, l'arredo volutamente minimal. La carta - in realtà, lavagna - cambia spesso, fino a due volte al mese, per seguire la stagione e le golosità del mercato, nonché ovviamente per sottolineare la curiosità che nutre il progetto dei due fratelli. «Non facciamo piatti romani, gourmet o alla moda come quelli con la frutta esotica», spiegano.
L'idea è proprio proporre una cucina solida, rassicurante, essenziale, fatta di sapori noti che sanno comunque sorprendere, dal baccalà in pastella di ceci, insalata di puntarelle e salmorejo ai bucatini arrancati, cozze e broccolo romanesco, dalla padellaccia di polpo, carciofi e patate fino al tiramisù soffice e croccante. Ricca la selezione di formaggi proposti in tagliere con miele e composte. Paolo ha trascorso tre anni in Abruzzo dove ha imparato le varie fasi di produzione casearia. La cantina vanta 180 etichette di produttori artigiani.
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