Valentina Venturi «Le persone a cui non è stata data degna sepoltura,

Valentina Venturi «Le persone a cui non è stata data degna sepoltura,
Valentina Venturi
«Le persone a cui non è stata data degna sepoltura, in qualche modo tornano fortunatamente a disturbarci con la loro presenza». Quasi fosse un Amleto contemporaneo, Fabrizio Gifuni nello spettacolo Con il vostro irridente silenzio, per la prima volta a Roma legge, o meglio ridà vita agli scritti del presidente del Consiglio Aldo Moro, rapito e assassinato (9 maggio 1978) dalle Brigate Rosse.

Come è nata l'idea?
«Da una sollecitazione di Nicola Lagioia. Due anni fa il Salone del Libro di Torino si apriva proprio il 9 maggio, a 40 anni dall'uccisione: il direttore mi invitò a realizzare uno studio. Ho quindi lavorato sulle carte che Moro ha scritto ininterrottamente nei 55 giorni della sua prigionia».
Su quale materiale si è basato?
«Sulle lettere e il memoriale: un fiume di parole inarrestabile che si cercò di silenziare, mistificare, irridere. La stampa, in modo pressoché unanime, martellò l'opinione pubblica sconfessando le sue parole, mentre Moro urlava dal carcere il proprio sdegno. A distanza di quarant'anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle».
Ha senso nel 2020?
«Serve la condivisione. Spero vengano a teatro molti ragazzi che pochissimo o nulla sanno di Moro, come mi auguro ci sia chi ha vissuto quella stagione. Vedere questo corpo fantasmatico di parole prendere vita ha a che fare con il presente; io mi sento un medium, il tramite. Ogni sera provo a riportare in vita dei fantasmi».
Invece Fatalità della rima di cosa tratta?
«Leggo poesie di Giorgio Caproni: passione che mi ha trasmesso per felice contagio Giuseppe Bertolucci. Per una strana casualità toponomastica abitavano tutti a Monteverde vecchio, vicino al teatro Vascello».
Di chi stiamo parlando?

«La casa-studio di Caproni, quella di Pasolini, di Gadda e la casa di Bertolucci erano a poche centinaia di metri l'una dall'altra. Mi sembrava bello dedicare una serata al poeta Caproni in un teatro, il Vascello, a cui sono molto affezionato».
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