Una vita o un giorno per gli altri ecco i 32 premiati da Mattarella

Una vita o un giorno per gli altri ecco i 32 premiati da Mattarella
Vittoria Golinelli
Non era la prima volta che lui, 46 anni operaio in una stamperia a Bergamo, e lei, vent'anni più giovane, litigavano furiosamente. I vicini a Pozzo d'Adda, nel Milanese, raccontano di urla, oggetti lanciati fuori dalla finestra e, in almeno un paio di occasioni, anche botte. La loro relazione è finita nel peggiore dei modi: lui l'ha strangolata. E ieri davanti ai giudici ha raccontato tutto. Un'agghiacciante testimonianza che diventa il racconto di un femminicidio dal punto di vista del killer.

«A settembre 2018 le ho tirato una sberla per calmarla», si è giustificato in aula Carmelo Fiore, in carcere da un anno e mezzo per l'omicidio di Charlotte Yapi, originaria della Costa D'Avorio. Dopo l'ultima discussione furibonda, il 24 settembre 2019, l'ha afferrata per il collo e l'ha strangolata. «Ho iniziato a picchiarla, ero stanco racconta l'uomo davanti alla Corte d'Assise - non so neanche io perché, ma mi sono ritrovato con le mani intorno al suo collo. Ho chiuso gli occhi e non sono più riuscito a lasciarla fino a quando siamo caduti a terra e lei non si muoveva più». Poi scende nei dettagli. «A quel punto decido di togliermi la vita. Erano le 3 del mattino, chiamo la mia ex moglie e le dico: ho fatto una caz... passami i bambini». Quando la telefonata si interrompe, lui decide di tentare il suicidio. «Sento una fitta forte, mi rendo conto che non ho preso il cuore e mi dico che è giusto che io soffra, che muoia dissanguato».

Secondo il racconto dell'uomo, dopo le ultime litigate furibonde, Charlotte aveva tentato di interrompere la relazione. Ma poi il tira e molla va avanti. La notte dell'omicidio, lui va trovarla e lei lo aspetta sotto casa in macchina con un amico, che poi li lascia soli. I due salgono nell'appartamento della 26enne e iniziano a litigare. L'uomo cerca di toglierle dalle mani il telefono che lei nel frattempo ha preso per chiamare aiuto. E poi l'afferra e la uccide. Dopo l'interrogatorio, i giudici hanno respinto l'istanza della difesa di disporre la perizia medico-psichiatrica. Si tornerà in aula il 16 marzo per la discussione e la sentenza.
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