Una fuga da Rebibbia a Cerveteri, si costituisce il cugino di Johnny

Una fuga da Rebibbia a Cerveteri, si costituisce il cugino di Johnny
Enrico Chillè
Fine della latitanza per Manolo Gambini, il 41enne evaso da Rebibbia il 17 gennaio scorso. L'uomo, che era fuggito scavalcando un muro di recinzione che dà su via Bartolo Longo, si è costituito ieri, presentandosi nella caserma dei carabinieri di Cerveteri, accompagnato dal suo avvocato.

Finisce così dopo dieci giorni la fuga del 41enne, nato a Roma ma vissuto sempre a Cerveteri, grande esperto di furti in ville e appartamenti di lusso; l'uomo doveva scontare sei anni a causa di un cumulo di pene per diversi reati contro il patrimonio.
L'ultimo arresto, per Gambini, era giunto dopo alcuni colpi milionari, compiuti insieme ad altre due persone tra Grosseto e provincia. Una volta condannato, Manolo Gambini era stato portato in carcere a Grosseto e poi trasferito a Rebibbia.
Il 41enne, tra l'altro, può vantare - come anticipato da Leggo . una parentela illustre: è cugino di Giuseppe Mastini, più noto come Johnny lo Zingaro, il pluricondannato ed esperto di spettacolari evasioni dal carcere. L'abilità di scappare dalla detenzione e svanire nel nulla sembra proprio ben radicata nel Dna di entrambi e Manolo Gambini, con l'evasione da Rebibbia, lo ha confermato.
Dopo la fuga, che ha generato anche diverse polemiche per le falle nella sicurezza del carcere di Rebibbia, era partita immediatamente la caccia all'uomo, con posti di blocco, elicotteri e indagini a tappeto che si sono estese tra Roma, Cerveteri, l'alto Lazio e la Toscana, tutte zone ben conosciute da Manolo Gambini e dove vivono amici, familiari e conoscenti.
Col passare dei giorni, il cerchio si è ristretto e il 41enne, sentendosi ormai braccato e senza più appoggi, aveva iniziato a maturare l'idea di costituirsi.
Dopo essere arrivato nella caserma dei carabinieri di Cerveteri, Manolo Gambini è stato poi trasferito a Civitavecchia per il fotosegnalamento. Per lui ora arriverà l'inevitabile ritorno in carcere.
riproduzione riservata ®
Leggi l'articolo completo su
Leggo.it