Da un ex lavatoio lanario dove per quasi un secolo sono state impiegate cento donne, a spazio di coworking inclusivo che ricorda un angolo di Nord Europa. Si chiama Industrie Fluviali. Ecosistema Cultura ed è a due passi dal Tevere il progetto di rigenerazione urbana creato da Pingo, società cooperativa sociale integrata, che va ad aggiungersi al mosaico Ostiense per portare nel territorio più cultura e formazione.
Il calendario, da scoprire sui social network, è infatti ricco di eventi, dalle insolite cene al buio per esperienze plurisensoriali, alle attività per l'infanzia sull'innovazione tecnologica, fino alle esposizioni artistiche. L'innovativo spazio di via del Porto Fluviale è già di per sé un piccolo museo, con le fotografie d'epoca che raccontano la vita delle operaie nello stabile, intente a lavorare la lana proveniente da Irlanda, Scozia e Sardegna, ma anche con degli interessanti pezzi di archeologia industriale, come la caldaia al piano meno uno, usata un tempo per scaldare l'acqua e oggi parte, a tutti gli effetti, dell'arredamento di una delle sale riunioni.
Al momento, la parte dedicata al coworking è invasa da tanti creativi, del mondo pubblicitario, del fundraising e della produzione multimediale. Come i pluripremiati videomaker di Wow Tapes, che raccontano i luoghi con uno sguardo antropologico, riuscendo a emozionare. Il loro ultimo lavoro è il video di presentazione di Industrie Fluviali, che si chiude con la frase Get into the flow, ovvero entra nel flusso.
«È un invito a unirsi alle nostre energie intese come passioni, idee - raccontano Maria Teresa Diodati e Federico d'Orazio, Presidente e Vice Presidente di Pingo, nonché Ceo di Industrie Fluviali lei, e Direttore creativo lui - perché questo spazio è inclusivo, innovativo e accessibile a tutti», spiegano i due padroni di casa mentre si godono il tramonto dalla terrazza con vista gazometro del film di Ferzan Ozpetek Le fate ignoranti.
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