MILANO - Un addio inevitabile ma non semplice. Pieno di amore e incomprensioni,

MILANO - Un addio inevitabile ma non semplice. Pieno di amore e incomprensioni,
MILANO - Un addio inevitabile ma non semplice. Pieno di amore e incomprensioni, con tanti, troppi fischi. Rimpianti? Forse nessuno. Forse da nessuna delle due parti. Suso se n'è andato e non tornerà. «Ho sempre amato Milano e il Milan. Ho sempre dato tutto per questi colori e me ne vado in punta di piedi, esattamente come sono arrivato quattro anni e mezzo fa. Non ho mai fatto proclami e promesse, non ho mai amato esagerare. Ho sempre e solo provato a difendere la maglia del Milan. In anni meno bui ci ho sempre messo la faccia, le gambe e il cuore. A volte ce l'ho fatta, altre volte no, ma ho sempre fatto tutto con onestà, affetto e attaccamento».

La lettera aperta di Jesus fa battere il cuore anche a chi non lo ha mai amato. Con il Milan ha conquistato la Nazionale, non però l'affetto totale dei suoi tifosi. Con il Milan «sono diventato uomo, ho acquistato la mia credibilità in campo e conquistato la Nazionale». Un giocatore dalle grandi qualità, ma non continuo nel rendimento, anzi. Troppi alti e bassi, troppo vincolante per qualsiasi allenatore che però lo hanno sempre fatto giocare, lo hanno sempre difeso. Tutti, tranne uno: Sinisa Mihajlovic. L'unico allenatore a non volerlo nella sua squadra, a dire il vero. Ma è già passato perché il presente era Pioli, ora è il Siviglia: «Vado via senza rimorsi e rimpianti, a testa alta. Il mio compito qui è finito, adesso non tocca più a me. Sono arrivato in un Milan in difficoltà, ma ho sempre dato al mia disponibilità a difendere in campo questo club». Va via a testa alta anche se i numeri non sono dalla sua parte.(L.Ucc.)
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