Michela Poi Si chiamava Saskia Jones, aveva 23 anni e una gran sete di conoscenza.

Michela Poi Si chiamava Saskia Jones, aveva 23 anni e una gran sete di conoscenza.
Michela Poi
Si chiamava Saskia Jones, aveva 23 anni e una gran sete di conoscenza. È stata accoltellata brutalmente da Usman Khan, 28 anni, durante l'attacco al London Bridge avvenuto venerdì sera. Insieme a lei ha perso la vita anche il 25enne Jack Merritt.

Entrambi laureati all'università di Cambridge, stavano partecipando a una conferenza sulla riabilitazione dei detenuti organizzata dallo stesso ateneo a cui il killer era stato invitato. L'attentatore era un personaggio già noto alle forze dell'ordine: nel 2012 era stato condannato per terrorismo e dal 2018 era in condizione di libertà vigilata con obbligo di braccialetto elettronico. «Saskia era divertente e gentile - hanno dichiarato i familiari in un messaggio diffuso ai media -. Voleva vivere una vita piena, animata dalla grande passione di dare sostegno alle vittime dell'ingiustizia penale». Passione che l'aveva spinta a seguire il programma dell'università di Cambridge sul reinserimento educativo dei detenuti, ma anche a presentare domanda per l'arruolamento in polizia, con l'intenzione di specializzarsi nel sostegno alle vittime.
Intanto, a pochi giorni dalle elezioni parlamentari del 12 dicembre - il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato di aver aumentato la sorveglianza nei confronti di 74 terroristi scarcerati prima di aver scontato l'intera pena, e di voler inasprire le condanne per chi commette reati simili. «Per atti di terrorismo grave dovrebbe esserci una pena minima obbligatoria di 14 anni - ha dichiarato - e alcuni non dovrebbero mai uscire dalla cella».
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