Michela Poi Autobus in fiamme. Scioperi continui. Attese di ore sotto al sole.

Michela Poi Autobus in fiamme. Scioperi continui. Attese di ore sotto al sole.
Michela Poi
Autobus in fiamme. Scioperi continui. Attese di ore sotto al sole. E come se non bastasse, ora anche la chiusura estiva della metro b. Muoversi a Roma è diventato impossibile e la situazione dei mezzi pubblici è catastrofica. Gli ultimi dati diffusi da Atac lo dimostrano. Numeri sconcertanti, tanto che sembra di avere a che fare con un bollettino di guerra. Al giorno, sono 4.000 le corse saltate (17 in media per ogni linea del trasporto pubblico di superficie della Capitale), 200 i guasti, e più di 800 le segnalazioni di bus fuori uso da parte dei cittadini. Di aria condizionata, poi, neanche a parlarne. Il 20% delle vetture ne è privo, e con l'ondata di caldo africano che sta attraversando la città, la situazione è destinata solo a peggiorare. In più, anche i bus che funzionano sono vecchi e malandati. L'età media supera i 12 anni contro gli 8,6 anni medi registrati a Milano, i 5 anni di Berlino, i 6 anni di Londra e i 7 anni di Parigi. Un confronto impietoso. La soluzione, però, c'è e si chiama sharing mobility (mobilità condivisa), ovvero spostarsi in città con un mezzo non proprio. Le opzioni sono diverse: tra car sharing, car pooling, scooter sharing e monopattini elettrici c'è solo l'imbarazzo della scelta, e oltre 5 milioni di italiani - si legge nel rapporto nazionale sulla mobilità condivisa - si affidano a queste alternative. Il servizio di mobilità del Comune di Roma, però, segnala un flop del car sharing comunale: costi troppo alti e ricavi minimi. Volano al contrario le compagnie private. I vantaggi sono molti: paghi poco, (e solo per la tratta che percorri), non devi spendere soldi in manutenzione, assicurazione e bollo e puoi parcheggiare dove vuoi. In più, anche l'ambiente ringrazia, con una significativa diminuzione dell'inquinamento.

riproduzione riservata ®
Leggi l'articolo completo su
Leggo.it