Il padre del bimbo strangolato «Non l'ho ucciso, non ero lì»

Il padre del bimbo strangolato «Non l'ho ucciso, non ero lì»
Emilio Orlando
«Non sono stato io ad ucciderlo. Non ero nemmeno presente». Nicola Feroleto (padre del piccolo Gabriel. 2 anni, strangolato giovedi scorso a Piedimonte San Germano, nel frusinate, perché piangeva troppo) ha risposto così ai giudici respingendo le pesanti accuse a suo carico fatte dalla madre del bimbo e ritrattando la semi-ammissione circa le proprie responsabilità nell'infanticidio. Un orrore che sembra non conoscere fine: per il delitto sono stati arrestati entrambi i genitori. Ieri mattina nel carcere di Cassino (alla presenza del pm, del gip e degli investigatori del reparto investigativo dei carabinieri) si è tenuto l'interrogatorio di garanzia di Nicola Feroleto, padre di Gabriel nato da una relazione clandestina con Donatella Di Bona, considerata per il momento l'esecutrice materiale del delitto. Secondo l'ipotesi accusatoria, mercoledì scorso la madre lo avrebbe ucciso in un luogo diverso rispetto a dove è stato ritrovato cadavere. Da quel momento in poi Donatella Di Bona ha inscenato un depistaggio. Ai soccorritori intervenuti in località Volla nella zona periferica del comune del basso Lazio nella valle del Liri in cui vivono poco più di seimila anime, dichiarò che Gabriel era stato investito da un'auto pirata. I medici però non trovano traumi e lesioni compatibili con un investimento e le indagini hanno puntato sulla giovane madre. Ancora poco chiaro il movente: pare che Donatella Di Bona (oltre a soffrire di lievi disturbi psichici) avesse anche problemi legati all'alcol ed alla tossicodipendenza. I funerali di Gabriel (cui parteciperanno anche i vigili del fuoco) sono previsti per domani alle ore 15 nella chiesa dell'Assunta a Piedimonte San Germano. La camera ardente verrà allestita dalle ore 9 presso l'obitorio dell'ospedale Santa Scolastica di Cassino. Il primo cittadino di Piedimonte San Germano, Gioacchino Ferdinandi ha proclamato il lutto cittadino.

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