Nessun versamento in contanti ma denaro investito in titoli, fondi e altro, e riconducibile alla madre. È la ricostruzione della difesa di Attilio Fontana, il presidente della Regione Lombardia indagato per autoriciclaggio e falso in voluntary.
Ieri i suoi legali, Jacopo Pensa e Federico Papa, hanno depositato in Procura la documentazione bancaria a partire dal 1997 dei conti svizzeri del governatore, anticipando la rogatoria di fine marzo.
Per i legali di Fontana ciò dimostra che i circa 2,5 milioni di euro su cui gli inquirenti hanno sospetti, provengono da un sottoconto sempre della madre, morta nel 2015. Da quanto si è saputo, i titolari dell'inchiesta, l'aggiunto Maurizio Romanelli e i pm Paolo Filippini, Luigi Furno e Carlo Scalas - filone scaturito dal caso camici - nutrono però ancora dubbi sull'origine dei soldi.
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