Franco Pasqualetti Mondo di Mezzo torna ad essere Mafia Capitale. Rovesciata

Franco Pasqualetti Mondo di Mezzo torna ad essere Mafia Capitale. Rovesciata
Franco Pasqualetti
Mondo di Mezzo torna ad essere Mafia Capitale. Rovesciata quella zona grigia di malaffare, corruzione e politica: per la Corte d'appello è mafia. Una struttura criminale che riconduce alle grandi organizzazioni criminali come Cosa nostra, ndrangheta e camorra. In sostanza due parole: Mafia Capitale.

Lo hanno stabilito oggi i giudici della III corte d'Appello di Roma che hanno ribaltato quanto sancito in primo grado, nel luglio del 2017, quando cadde il profilo penale sancito dall'articolo 416 bis ma furono riconosciute due associazioni a delinquere «semplici» capeggiate dall'ex terrorista nero Massimo Carminati e dal ras delle coop romane, Salvatore Buzzi. Proprio loro due, in collegamento video dai carceri di Opera e Tolmezzo, hanno assistito impassibili alla lettura del dispositivo arrivata dopo circa 4 ore di camera di consiglio. I giudici hanno inflitto una quarantina di condanne. La corte ha riconosciuto per 18 persone, a vario titolo, l'associazione mafiosa, l'aggravante dell'articolo 7 del codice penale e il concorso esterno. Per la maggior parte degli imputati ha ridotto gli anni di condanna. In particolare, per Buzzi la pena è scesa a 18 anni e 4 mesi rispetto ai 19 anni di primo grado, mentre per l'ex Nar gli anni inflitti oggi sono 14 e sei mesi rispetto ai 20 anni del primo grado. Ridotta da 10 anni a 8 anni e 7 mesi la pena per Franco Panzironi, ex braccio destro del sindaco di Roma Gianni Alemanno ed ex amministratore delegato di Ama, così come per l'ex consigliere comunale Luca Gramazio per il quale i giudici hanno ridotto a 8 anni e 8 mesi la pena che in primo grado era stata di 11 anni.

In diversi casi sono state riconosciute le attenuanti generiche ed è stata esclusa la responsabilità per alcuni singoli episodi e ciò ha comportato una significativa diminuzione di pena. Per altre posizioni l'abbassamento delle condanne è legato ad una valutazione autonoma della Corte. Per i giudici, però, nelle condotte del gruppo criminale si ritrovano le dinamiche tipiche della mafia che grazie all'uso della violenza, dell'assoggettamento, dell'intimidazione e dell'omertà è riuscita a mettere le mani sugli appalti del Comune.
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