Ferruccio Gattuso Bigliettini gialli ovunque, sul frigorifero, sullo specchio

Ferruccio Gattuso Bigliettini gialli ovunque, sul frigorifero, sullo specchio
Ferruccio Gattuso
Bigliettini gialli ovunque, sul frigorifero, sullo specchio del bagno, sul comodino. Enzo Iacchetti, a casa sua, si guardava attorno e si muoveva tra le righe. Poi, un giorno, quelle righe le ha prese e le ha trasformate in qualcosa di utile: in un non libro che giustamente ha titolato Non è libro, pensato per far del bene e autofinanziato. L'attore e showman abile a fare slalom tra palco e tv (con Ezio Greggio è il volto storico di Striscia la Notizia) si è dato una missione per il post-pandemia, o per quello che comincia a sembrarne l'epilogo.

Spiega il suo Non è un libro?
«Nel primo lockdown, vivevo come tutti, in clausura. Non da solo, però: a farmi compagnia c'era Lucino».
Il suo mitico e inseparabile cagnolino, ex veterano di Striscia?
«Proprio lui. Vivo accanto a un ospedale e, in quei giorni cupi, le sirene delle ambulanze le sentivo a ogni ora. Ho cominciato a sfogare pensieri in libertà, li buttavo sui dei post it, che attaccavo ovunque».
Ma che c'entra Lucino?
«Le domande che mi facevo, le ponevo anche a lui. Un giorno mi ha risposto, facendomi riflettere».
Su quale argomento?
«Una sera mi fa: ma perché il professor Sabin, o Marconi o Meucci ci hanno donato il vaccino per la poliomelite, la radio e il telefono, regalandole al mondo, mentre queste compagnie farmaceutiche giocano al Risiko sul pianeta per accaparrarsi commesse per i vaccini?».
Come ha vissuto questo anno difficile?
«Tra dubbi, pensieri ironici e arrabbiature. E alla fine è uscito questo non libro, che vendo personalmente ai miei spettacoli. Il prezzo? Da ottanta centesimi a un milione di euro, fate voi. I soldi servono a finanziare l'acquisto di una o più autombulanze per la Croce Rossa Italiana. Ognuna costa centomila euro».
Dove andrà in scena?
«Dopo le date di luglio, da Vicenza a Rimini, in agosto scendo nel centro-sud: Marche, Puglia e Sicilia. Chiudo a settembre a Legnano e Piacenza».
E il suo Cin Cin Musicabaret a Milano, riaprirà?

«Ragazzi, io sto pagando l'affitto, vorrei vedere che non apre. È nato giusto poco prima della pandemia, la sua vita vera la deve ancora fare. Ci sarà buon vino, buon cibo e musica».
E risate, quelle servono davvero.
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