«Adolescenti schiacciati dai social, che alcuni rifiutano ma ne sono comunque schiavi per non essere esclusi, per avere un'identità digitale che quasi mai corrisponde a quella reale. Un mondo molto più oscuro che in passato, dove ragazzi di 15 anni scoprono la loro sessualità guardando YouPorn o XxPornHub, quindi in maniera distorta. Genitori che forse non hanno nemmeno gli strumenti per capire i loro figli. Giovani fragilissimi, molto sensibili, con una grande paura verso il futuro». È, nelle parole di Daniele Piervincenzi, il quadro che emerge da #ragazzicontro, il programma da lui ideato e condotto, in onda da oggi in seconda serata su Rai2. Un format a metà tra il talk show e il docu-reality, che coinvolge gli studenti di «sei scuole di frontiera, in quartieri molto delicati» come Primavalle a Roma, Baggio-Giambellino a Milano e San Paolo a Bari, chiamati a confrontarsi sulle speranze e i timori della loro generazione.
«Siamo stati in classe con loro per 4 giorni, non interrompendo l'attività didattica ma integrandola con questo progetto che permette loro di guadagnare crediti, inserendosi negli spazi che non prevedevano lezioni o verifiche», spiega Piervincenzi. «Non sapevamo dove ci avrebbe portato la discussione, ma appena i ragazzi hanno preso fiducia c'è stato un confronto spontaneo, autentico. E quando suonava la campanella hanno continuato a raccontarsi senza i filtri, filmandosi con i telefonini, in una sorta di confessionale auto-prodotto. Il mondo visto attraverso i loro occhi è il quid in più». Le parole-chiave delle puntate sono esclusione, diversità, disabilità, sessualità, bullismo, cyberbullismo e violenza del branco.
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