Una Pubblica Amministrazione anziana, che non investe in formazione e che presto rischia di restare pesantemente sotto organico. È lo scenario disegnato dalla ricerca che apre il Forum Pa di quest'anno, che delinea un clamoroso sorpasso: entro l'anno prossimo negli Statali ci potrebbero essere più pensionati che lavoratori. A fronte di 3,2 milioni di impiegati infatti gli ex' sono già 3 milioni, e l'abbondanza di pensionabili', unita all'accelerazione dovuta a Quota 100, fa sì che questo rischio possa presto diventare realtà. Accelerazione destinata peraltro a continuare nei prossimi anni, dato che un lavoratore su sei (il 16,9%, una platea di circa 540mila persone) ha più di 62 anni, e in 198mila hanno già maturato i 38 anni di anzianità. La ricerca lancia l'allarme anche sul turnover: dal 2018 sono andate in pensione 300mila persone, a fronte di 112mila assunzioni e 1.700 stabilizzazioni di precari. «Le procedure sono lente, la media dei tempi tra emersione del bisogno e effettiva assunzione dei vincitori dei concorsi è di oltre 4 anni», sottolinea il Forum, ed evidenzia che «da settembre del 2019 ad oggi sono state messe a concorso meno di 22mila posizioni lavorative: di questo passo ci vorrebbero oltre dieci anni a recuperare i posti persi». Lo scenario è quello di una P.A. in cui l'età media del personale è di 50,7 anni e solo 4 dipendenti su 10 hanno la laurea. In più gli investimenti in formazione (necessari per competenze e conoscenze) si sono quasi dimezzati in dieci anni, dai 262 milioni di euro del 2008 ai 154 del 2018: una media di 48 euro a dipendente, l'equivalente di un solo giorno di formazione l'anno a persona. Non tutto però è nero: il ricorso forzato allo smart working dovuto al coronavirus è stato positivo e ha portato «a un aumento di produttività»: lo Stato ringrazia, i giovani meno.
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