Domenico Zurlo Per anni ha vissuto nell'ombra del leader, ma grossi meriti nel

Domenico Zurlo Per anni ha vissuto nell'ombra del leader, ma grossi meriti nel
Domenico Zurlo
Per anni ha vissuto nell'ombra del leader, ma grossi meriti nel suo successo erano i suoi: Luca Morisi, guru social di Matteo Salvini e inventore della Bestia, la macchina comunicativa del segretario della Lega, pochi giorni fa si era dimesso dal suo incarico per motivi personali. Ieri è però esplosa la bomba: un'indagine a Verona, per detenzione e cessione di droga. Una vicenda spinosa, che sconvolge il Carroccio in un momento già non facile per Salvini e la sua leadership.

Tutto avviene la sera del 14 agosto, quando tre ragazzi, fermati per un controllo di routine, vengono beccati con una boccetta di droga liquida: forse ecstasy, o Gbl, la droga dello stupro. Ai carabinieri indicano il fornitore: Morisi. A casa sua, i militari trovano due grammi di cocaina. «Un fatto banale», ammette la procuratrice capo di Verona Barbaglio: il modesto quantitativo rientra nella sfera dell'uso personale, e sulla droga liquida si attendono le analisi. «Non ho commesso alcun reato, ma è una grave caduta come uomo», si è difeso Morisi, che confessa «fragilità esistenziali irrisolte». «Chiedo scusa a tutti, soprattutto a Salvini».
La vicenda provoca enormi reazioni, anche tra chi in passato era stato preso di mira dalla Bestia leghista. Uno su tutti Lapo Elkann: «Una volta Salvini disse che facevo dichiarazioni stupefacenti, venni travolto sui social - il suo tweet - l'odio genera odio. Siamo tutti peccatori». Salvini però non molla l'amico: «Nella vita si può sbagliare, ma l'importante è avere la forza di rialzarsi». 
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