«Attenzione al tempo che passano in Rete navigano con il cellulare anche in piena notte»

«Attenzione al tempo che passano in Rete navigano con il cellulare anche in piena notte»
Valeria Arnaldi

Guido Orsi, criminologo e psicologo Ordine Psicologi del Lazio, è davvero possibile che tramite i social si spinga un bambino a togliersi la vita?
«Stiamo parlando di un undicenne e, a quell'età, si è più facilmente coinvolgibili dal punto di vista emotivo e non si hanno ancora tutte le capacità per comprendere pienamente certe situazioni. I siti esca giocano proprio sulla componente emozionale».
Ci sono segnali che possono indicare una situazione a rischio?
«Il primo è sicuramente il tempo trascorso in Rete. I genitori dovrebbero sempre tenerlo sotto controllo, specie di notte. Si sottovaluta la navigazione attraverso i telefonini, eppure è proprio via cellulare che molti adolescenti stanno in Rete fino a tardi. L'età li rende più suggestionabili. La stanchezza abbassa le difese. Perdono la cognizione del tempo e di quello che stanno facendo. A questo indicatore, si aggiungono il nervosismo e la corsa al web appena finito di mangiare. Sono sintomi di dipendenza».
Ha detto che si può perdere la cognizione di ciò che si sta facendo: ci si può anche gettare da un palazzo credendo non sia reale? «Purtroppo sì, si può entrare in una situazione dissociativa e si può non essere in grado di capire ciò che sta accadendo».
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