Lo scenario animale non è mai stato così articolato all'ombra del Colosseo: dalle nefandezze delle strade-latrine per colpa del guano degli storni si passa all'invasione incontenibile dei piano-terra nonché degli asili da parte dei topi, dall'invadenza dei gabbiani che assediano i retrobottega dei ristoranti e i sottotetti ai cani randagi e ai cinghiali che fanno capolino nelle periferie. Senza dimenticare la triste fine delle bianche colombe papali dilaniate dai corvi in mondovisione.
E cambiano anche i millenari ruoli nella catena alimentare cittadina: a dare la caccia ai ratti non sono più i gatti (con le "gattare" che del resto sono sempre più a rischio di estinzione, forse perché appartenenti al genere umano) ma i gabbiani, che nella realtà non si sono mai chiamati Jonathan Livingston, ma insomma era bello leggerlo e crederlo.
Un conto era però sospirare vedendoli volteggiare a migliaia sopra Malagrotta invece che sul mare blu (un regista di documentari ne approfittò cinicamente, tanto bastava tagliare la discarica in post produzione), un conto è trovarsene uno tra i piedi nella strada sotto casa che a colpi di becco tenta di arrivare ai visceri del ratto da fogna ammazzato forse da qualche tavoletta di veleno pericoloso anche per cani e gatti.
Il lettore-etologo improvvisato Marcello Mancuso spera che il suo video - che francamente fa un po' schifo - spinga il Comune a potenziare con la derattizzazione, avviata in effetti dall'Ama in molte zone. Intanto, in centro, ci pensano i gabbiani. Leggi l'articolo completo su
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