La donna, che occupava un posto nell'azienda come lavoratrice temporanea da 27 anni, avrebbe agito in 18 riprese per attirare l'attenzione della direzione, ha riferito il procuratore della Repubblica di Pau Jean-Christophe Muller.
I fatti risalgono al 2014, quando i primi oggetti metallici erano stati scoperti all'interno degli alveoli di diverse scatole di cioccolatini. L'anno successivo, grazie all'utilizzo dei raggi X, erano stati trovati dei bulloni, delle viti e dei bottoni a pressione.
Lindt stima di aver perso più di mezzo milione di euro in questa vicenda, a causa del ritiro delle confezioni incriminate così come del potenziamento delle misure di sicurezza e di controllo all'interno dello stabilimento. L'azienda, la cui sede mondiale si trova nel canton Zurigo a Kilchberg, è ubicata nel comune pirenaico di Oloron-Sainte-Marie dal 1920. Leggi l'articolo completo su
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