Un marchio difficile da cancellare: ogni tentativo si è rivelato come una battaglia contro i mulini a vento; il web non dimentica, c’è sempre una copia che ritorna anche se l’originale è stato cancellato. Ecco allora il tentativo di cambiare, se non il volto, almeno il cognome della protagonista con la speranza di non essere più direttamente accostata a quel filmato.
La storia è finita in tribunale. Lei accusa di essere stato lui a postare in rete il video. L’ex compagno, come ha raccontato la giovane donna al Giornale di Vicenza, è stato giudicato colpevole in primo grado e condannato a pagare una provvisionale di 50 mila euro su una richiesta di 1 milione per danni, in Appello è stato assolto ma la Cassazione ha disposto il rinvio degli atti ad un’altra sezione di Appello. L’ultima parola dunque deve essere ancora scritta. Leggi l'articolo completo su
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