Un punto, quest'ultimo, sul quale il 22enne è stato abbastanza determinato: «Non sono stato io a veicolare il video on line, non l'ho messo io in Internet. Io, in questa vicenda sono parte offesa». Eccolo l'attore del nuovo caso di possibile cyberbullismo su cui sono a lavoro i magistrati di Napoli. Un giovane uomo, che qualche giorno fa è stato ascoltato dagli uomini del commissariato di Pozzuoli, che hanno poi trasmesso gli atti in Procura. Lui parte offesa, secondo quanto sostiene dinanzi ai poliziotti, in vista di una nuova probabile convocazione in Procura per essere ascoltato dai magistrati. Inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli (titolare dei reati informatici, tra cui anche il caso di Tiziana Cantone, la 31enne morta suicida dopo la pubblicazione di un video a sfondo pornografico), fascicolo da ieri sulla scrivania del pm Valeria Sico. Violazione della privacy, diffamazione, reati informatici e quant'altro ancora potrà emergere da questa vicenda che è solo alle battute iniziali.
È sempre lo studente universitario 22enne ad aggiungere particolari che potrebbero rivelarsi fondamentali per il prosieguo delle indagini. È il punto in cui gli inquirenti insistono: «Come ho saputo che c'è stata la divulgazione del video on line? Me lo hanno detto due persone, due amici, che più o meno nello stesso periodo mi hanno raccontato che ero in rete con la ragazza che frequentavo».
Nomi e cognomi, ovviamente assieme a quello dell'autore della denuncia che, per forza di cosa, rappresentano il punto di partenza degli accertamenti investigativi, lo snodo necessario per portare avanti l'inchiesta. Facile a questo punto ipotizzare le prossime mosse della Procura di Napoli, che in queste ore potrebbe convocare nei propri uffici i due «amici» del 22enne, per capire come siano venuti a conoscenza della presenza del video on line.
Passaggio obbligato anche un incontro della ragazza, la studentessa di diciannove anni, che da giorni vive in una sorta di isolamento casalingo, per evitare di sottoporsi a quella che ormai da tutti viene riconosciuta come una gogna mediatica. Leggi l'articolo completo su
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