"Vedere i nipoti è un diritto dei nonni": la Corte europea condanna l'Italia

"Vedere i nipoti è un diritto dei nonni": la Corte europea condanna l'Italia
Per oltre 12 anni non hanno potuto incontrare la nipotina a causa di una decisione dei tribunali italiani. Ma le autorità nazionali «non hanno compiuto gli sforzi adeguati e sufficienti per preservare il rapporto di parentela» tra i nonni e la bambina e «hanno disatteso il loro diritto al rispetto della loro vita familiare». È quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo sul caso di due coniugi torinesi che si sono visti negare il diritto di vedere la nipote per oltre 12 anni. La Corte di Strasburgo ha condannato l'Italia a pagare alla coppia 16 mila euro per il risarcimento dei danni morali, più altri 5 mila euro per le spese legali.




Il caso nasce dal ricorso dei nonni, Franca Manuello e Paolo Nevi, che dal 2002 non sono stati più autorizzati a vedere la nipote, che all'epoca stava per compiere sei anni. La bambina nei primi anni di vita aveva potuto frequentare regolarmente i nonni, ma nel 2002, dopo sei anni di matrimonio, la nuora della coppia ha chiesto il divorzio dal marito, padre della bimba e figlio dei ricorrenti, accusato subito dopo di aver abusato sessualmente della bambina. Quattro anni dopo, il tribunale di Torino ha assolto l'uomo da ogni accusa «perché il fatto non sussiste». Nel frattempo però il tribunale dei minori di Torino ha tolto al padre la patria potestà sulla figlia e i nonni non sono stati più in grado di vedere la bambina.



Dopo aver autorizzato un percorso con i servizi sociali e gli psicologi per poter riprendere i contatti con la nipote, il tribunale di Torino nel 2007 ha negato alla coppia il diritto di rivederla perché, secondo la psicologa della bambina, questa «mostrava paura e angoscia nei confronti del padre e, associando i nonni al padre, non era pronta a incontrarli». Nel 2009 il ricorso dei nonni è stato respinto dalla Corte di Cassazione. Ma per la Corte europea dei diritti dell'uomo, le autorità italiane «non hanno compiuto gli sforzi adeguati e sufficienti per preservare il rapporto di parentela» tra i nonni e la bambina.



La Corte di Strasburgo, se da un lato riconosce che è «necessaria una grande cautela in situazioni come questa e che le misure di protezione del minore possono comportare la limitazione dei contatti con i familiari», dall'altro ritiene che le autorità responsabili «non hanno fatto gli sforzi necessari per salvare il legame familiare e non hanno reagito con la dovuta diligenza». La Corte rileva in particolare che sono passati tre anni prima che il tribunale di Torino stabilisse il diritto dei ricorrenti di incontrare la nipote e che quella decisione non è mai stata eseguita dai servizi sociali incaricati di organizzare gli incontri.
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