Chi si arruola in organizzazioni terroristiche rischia la reclusione dai 3 ai 6 anni. Stessa pena per chi supporta i foreign fighters (se ne stimano circa 5.000 in Europa ed una cinquantina in Italia) e pene da 5 a 10 anni per i cosiddetti “lupi solitari”, che si autoaddestrano all'uso di armi ed esplosivi. Non verrà punito invece chi andrà a combattere contro l'Isis.
Prevista anche una stretta sul web: sarà stilata una black list dei siti che inneggiano al terrorismo e sarà più facile e veloce procedere al loro oscuramento. Le misure, ha spiegato il ministro dell'Interno Angelino Alfano sono «molto dure e molto serie» e vogliono «rendere l'Italia un posto sicuro nel quale vivere sereni». Con il decreto, ha spiegato ancora il titolare del Viminale «abbiamo affermato il principio che si può seguire nei confronti dei sospettati di terrorismo lo stesso sistema di regole che si usa per i sospettati per mafia». Rafforzati inoltre i poteri di espulsione dei prefetti nei confronti di stranieri sospetti e quelli per il ritiro del passaporto e di documenti validi per l'espatrio.
A oggi, ha riportato Alfano, «il numero totale di soggetti allontanati dal territorio nazionale in quanto sospettati di radicalizzazione finalizzata al terrorismo ammonta a 15». Il decreto legge rafforza poi le attività di intelligence, favorendo le operazioni sotto copertura ed allargando le garanzie funzionali per gli infiltrati. Il personale dei Servizi potrà deporre nei processi mantenendo segreta la propria identità personale e agli 007 sarà consentito, dietro autorizzazione dell'autorità giudiziaria, fare - fino al 31 gennaio 2016 – colloqui con i detenuti.
A livello giudiziario invece sarà introdotto un coordinamento centrale presso la Procura nazionale antimafia per le inchieste che riguardano il terrorismo. Oltre 500 militari italiani, tra addestratori, consiglieri e personale dell'Aeronautica saranno infine impegnati nelle operazioni contro l'Isis.
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