Il sisma che ha colpito mercoledì sera le Marche non è stato l’unico che non ha mietuto vittime. Un altro
terremoto, silenzioso ma
di magnitudo 5.7, si è verificato in mare venerdì notte alle 22.02, 83 chilometri a Nordest di Ustica, a una profondità di 474 chilometri. Beninteso: l’onda sismica non si è abbattuta sulla costa e non ha prodotto danni a cose e persone. E sono rare ma non facilmente prevedibili le circostanze in cui uno
tsunami possa verificarsi. Ma data l’intensità del fenomeno, che a Messina è stato avvertito dai residenti, è lecito porsi qualche domanda nel tentativo di comprendere se abbiamo corso, o corriamo ad oggi qualche rischio.
Che cosa sarebbe potuto accadere, sebbene in via ipotetica venerdì notte, lo spiega
Luigi Cavaleri, dell’Ismar Cnr, massimo esperto italiano di onde anomale e sismi sottomarini. «Un rapido calcolo - spiega lo studioso - mostra che, qualora si fosse generata un’onda di tsunami, questa avrebbe raggiunto le coste più distanti del Tirreno, Campania compresa, in meno di un’ora. L’isola di Ustica e la costa nord della Sicilia – calcola lo scienziato del Cnr – sarebbero state investite rispettivamente in 2-3 e meno di dieci minuti».
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