Perseguitava e minacciava ragazzini minorenni: stalker seriale di 25 anni in manette

Perseguitava e minacciava ragazzini minorenni: stalker seriale di 25 anni in manette
FERRARA - Uno stalker seriale di ragazzini ferraresi tra i 14 e i 16 anni. Questa l'accusa nei confronti di D.P., 25 anni, da questa mattina in carcere per aver perseguitato minorenni - solo maschi - con profili falsi su Facebook e con messaggi sms, su Ask o Whatsapp, minacciando le sue vittime, i loro amici, e anche picchiandoli per convincerli a non troncare il rapporto malato di amicizia che lui imponeva a tutti.




Dall'età dei 18 anni fino ad oggi (pochi giorni fa gli inizi di aprile) ha fatto delle pressioni psicologiche la sua arma, e per questo è ritenuto pericoloso a tal punto da essere stato arrestato dalla Polizia su ordine di cattura del giudice Silvia Marini e del pm Ombretta Volta. Le ultime vittime sono due, un ragazzino di 16 anni di Copparo, nel Ferrarese, e uno di 15 di Ferrara. Su quest'ultimo anche azioni di stalking razziale, perché di famiglia di origini ebraiche, intimidito disegnando una svastica davanti casa, bruciando il portone della casa in centro città per ben due volte e danneggiando i campanelli con un martello.



L'arresto in carcere del 25enne è stato l'epilogo di un crescendo senza limiti, contro cui nessun provvedimento aveva ottenuto risultato: lo stalker è stato ammonito 4 volte dal questore (è la misura che precede quelle più gravi), ha subito ed è stato condannato in 4 processi, alcun pendenti, e in 7 anni ha imposto le sue pressioni ad una decina di altri ragazzini. Ora la Polizia ha raccolto elementi tali da poter chiedere e ottenere la custodia in carcere. Ma non finisce qui. La Polizia, infatti, lancia un appello a tutti i ragazzini che avevano in piazza Ariostea il proprio ritrovo, area in cui il 25enne imponeva a tutti la sua legge: visto che è in carcere e non può minacciare nessuno, la Polizia invita i ragazzi e le loro famiglie a trovare il coraggio e presentare denuncia per qualsiasi atto subito, anche il più banale, verbale e non. Il 25enne infatti non arrivava mai alla violenza fisica, ma solo a minacce fatte di ricatti, minacce e percussioni con sms, telefonate, messaggi di ogni tipo su Facebook, Ask, Whatsapp. In un solo caso arrivò a picchiare un amico di una vittima, schiaffeggiandolo dopo averlo messo in ginocchio, solo per far convincere la vittima a ridargli l'amicizia. E, fatto ancor più grave, spiegano dalla Polizia, era aiutato in tutto questo: «per questo motivo le indagini punteranno ai diversi fiancheggiatori che utilizzava per incutere terrore nei ragazzini». Leggi l'articolo completo su
Leggo.it