Un'opportunità prevista in Italia da una legge che ha ormai vent'anni ma a cui fanno ricorso soprattutto le mamme e solo il 14% dei padri. Per Businco i prossimi mesi dunque saranno fatti di pappe e pannolini: la quotidianità è ora la sua prima figlia. Di Rienzo Businco, 45 anni, vuole vivere «con pienezza, fino in fondo» la sua paternità. «Essere medico - dice - mi ha aiutato a comprendere le necessità dei soggetti fragili, e fra questi bambini e neonati. I bambini in particolare sono del tutto dipendenti dall'amore per quella condizione unica che è il completo affidamento ai genitori. Diventare padre mi ha messo nella condizione di fare i conti con l'esperienza della dipendenza, come è quella di un malato nei confronti del medico. Di fronte ad un neonato bisognoso di tutto e completamente dipendente per vivere, di fronte a mia figlia quindi, ho scelto senza alcuna incertezza di usufruire del congedo parentale per mettere in pratica quello in cui fermamente credo».
«L'equilibrio del bambino - prosegue il medico - è molto instabile, continuamente condizionato da bisogni di tipo fisico-chimico, biologico, psichico. La necessità del cibo è la prima cosa che viene in mente anche da medico ma l'elemento ancor più necessario è l'urgenza di essere amato. Solo quando si è amati si può crescere e se l'amore ricevuto non raggiunge un livello minimo non si può sopravvivere, indipendentemente dal cibo. Ecco perché entrambi i genitori devono creare lo spazio ed il clima sufficiente per la crescita integrale ed armonica del figlio». Ecco che «mettersi in ascolto, in sintonia e a completa disposizione di un bambino neonato rappresenta certamente un aiuto verso di lui ma anche e soprattutto verso noi stessi. Credo molto in questo approccio e sento di metterlo in pratica con mia figlia». Nessun ruolo sostitutivo della mamma per il medico: «io e mia moglie ci occupiamo insieme di Adelaide. Non sono un ragazzo padre e meno che mai un mammo. Siamo una coppia di genitori presenti. E non mi sento un eroe o un buonista. Mi meraviglia questo interesse per una scelta scontata consentita peraltro dalla legge».
Dai colleghi ospedalieri un pò di meraviglia: «si sono stupiti.
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