Intanto, in Cassazione comincia una nuova battaglia. L’avvocato Nicodemo Gentile, legale dell’associazione Penelope, attiva nel sostegno ai familiari delle persone scomparse, ha depositato stamani il ricorso contro la sentenza di non luogo a procedere emessa dal Gup di Pisa nei confronti del marito della donna, Antonio Logli, che era imputato di omicidio volontario e distruzione di cadavere.
“Si è chiesto alla Suprema Corte – ha spiegato Gentile – di censurare l’approccio parziale del giudice nella valutazione dei dati probatori. La verità sulle sorti di Roberta, infatti, non può prescindere dall’analisi complessiva di tutti gli elementi acquisiti dagli inquirenti, tra i quali le bugie qualificate e reiterate del Logli, che ne fanno un callido mentitore e le circostanze descritte dai figli della Ragusa, che consentono di qualificare come pura fantasia l’ipotesi dell’allontanamento comunque volontario della donna. L’auspicio è che la Cassazione dia di nuovo la possibilità di valutare gli indizi per dare dignità a Roberta”. L’imprenditrice pisana scomparve la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 dalla sua abitazione. Gli inquirenti sono convinti che è stato il marito a ucciderla e a distruggerne il cadavere. Leggi l'articolo completo su
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