«Ormai non è più una novità: su alcune questioni ci possono essere opinioni diverse ma nel Pd c'è ormai una parte che fa opposizione su tutto, dobbiamo prenderne atto. La decisione del referendum era stata presa tutti insieme, se qualcuno ha cambiato idea mi spiace ma non conta, perché tutti insieme andremo a chiedere il consenso ai cittadini», ha detto il premier Matteo Renzi incontrando la stampa a Città del Messico.
La sinistra chiede che a ottobre si voti sulla riforma «e non sul governo e nemmeno sul Pd». La scelta di molti esponenti della minoranza alla Camera non sarà però seguita dai colleghi di corrente al Senato. «Sono valutazioni che non nascono da un ordine di scuderia e non sono affatto legate alla nostra scelta sul referendum che sarà a favore della legge Boschi che abbiamo votato in Aula», sostengono dalla minoranza.
«Per una questione di logica ed eleganza penso sia giusto che siano le opposizioni ad avanzare la richiesta di referendum. Non ne farei un caso politico, penso sia logico, naturale e anche giusto che le forze che non hanno condiviso la riforma avanzino la richiesta», sottolinea Gianni Cuperlo rispondendo, in Transatlantico, ai cronisti che gli chiedono le motivazione della mancata firma, da parte della minoranza Pd. Sui tempi della campagna referendaria Cuperlo invita a dare «ordine alle priorità: ora c'è una campagna elettorale da fare per garantire il successo del centrosinistra alle amministrative. Sostegno pieno e leale ai candidati, lavoriamo per vincere dappertutto».
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