Come accaduto ieri grazie all'intervento degli agenti di Polizia a seguito delle indagini effettuate dall'ufficio prevenzione generale della Questura di Milano. I fermi per indiziato di delitto sono stati emessi dal procuratore David Monti. L'accusa è di associazione per delinquere, la base, dove tornavano dopo le spaccate, dove passavano il tempo e progettavano i futuri colpi da mettere a segno è un appartamento illegalmente occupato in via Pomposa 5, in zona Corvetto.
Grazie al lavoro di monitoraggio e controllo effettuato dagli uffici, negli scorsi mesi è emerso il carattere seriale di episodi di furto con spaccata ai danni di negozi e show room di Milano, obiettivo privilegiato della banda. Allertate, le forze di Polizia hanno potuto intensificare le indagini quando durante la spaccata del primo aprile presso lo showroom di Hugo Boss in via Morimondo, uno dei cileni ha perso il cellulare. L'attività degli inquirenti, con metodi definiti da loro stessi «classici», ha quindi permesso di risalire alla vettura usata per fuggire dalle spaccate e ad identificarne gli autori.
Il modus operandi emerso negli episodi al momento accertati, prevede lo sbarrare la strada e «isolare» l'accesso alla vetrina in modo da poterla poi sfondare. Mandato in frantumi il vetro le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano i membri della banda agire «come vere cavallette» afferrando con foga tutta la merce possibile per poi fuggire a bordo di una station wagon alla base, in Corvetto. Al momento dell'arresto sono stati trovati anche numerosi oggetti per lo scasso, fiamme ossidriche, catene chiodate e parte del bottino. A quanto al momento è stato possibile comprendere, la merce veniva rimessa sul mercato tramite singoli canali, la refurtiva dell'ultimo colpo, ai danni di un negozio di occhiali di via Paisiello, risalente al 15 maggio, è stata quasi tutta recuperata. Un'altra spaccata ripresa dalle telecamere é quella effettuata il 29 aprile in corso Genova ai danni di un noto negozio di abbigliamento, in un orario in cui non mancavano persone di passaggio: prima delle 23.
Come in tutti gli altri episodi, il gruppo ha depredato i locali in una ventina di secondi. Al momento sono in corso accertamenti sia sulle modalitá e i canali di rivendita della refurtiva, sia su eventuali altri episodi da imputare ai cileni oltre ai 5 giá certi. Tutti i fermati hanno chiarito a chi li ha interrogati di non aver nessuna intenzione di collaborare. Allenati a resistere senza scucire alcuna informazione anche se sottoposti alle dure modalitá della polizia del paese natale, hanno spiegato che non sarà certo in Italia o in altri paesi europei che inizieranno a rompere il silenzio. Ladri fantasma e itineranti da sempre, pagato il proprio debito con la giustizia italiana andranno in un altro paese europeo ricominciando a vivere di furti e spaccate, da irregolari. Nei mesi trascorsi a Milano, al momento non è chiaro quando vi sono arrivati, non hanno mai comprato né pagato nulla: vitto e alloggio, cellulari e armi, e anche le auto usate per le spaccate, è risultato tutto provento di furti, rapine e reati di tipo predatorio. Gli obiettivi preferiti sono i negozi e in generale esercizi commerciali: nella loro ottica si tratta di rubare beni «risarcibili» e non di privati, recando quindi meno danno ai singoli cittadini.
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