Pincio, l'orologio ad acqua distrutto a sassate: "Basta, non lo ripariamo più" -Foto

Vandali ancora in azione al Pincio: distrutto l'orologio (Toiati)
Fermo immobile sulle 12.30, sempre. A tutte le ore del giorno e della notte. E' così che, ancora una volta, si è fermato l'orologio ad acqua del Pincio: preso di mira da una sassaiola dei soliti vandali. Una delle più belle attrazioni della terrazza su Roma.






L'Idrocronometro è lì dal 1873: uno splendido gioiello di idraulica e meccanica, che segna lo scorrere del tempo. Ad acqua. Non ha mai avuto vita facile: dopo anni di abbandono che hanno messo a dura prova i suoi ingranaggi ideati da Padre Embriaco e dall'architetto Ersoch, è tornato a battere il tempo con l'inaugurazione del 2006 dopo un'attenta ristrutturazione da parte dei ragazzi della scuola di formazione professionale Elis che ha coinvolto i corsi di oreficeria, orologeria e meccanica.











Ma ora è di nuovo immobile: segna la mezza, come si dice a Roma. Colpa dei vandali, che hanno deciso di sfregiare l'orologio prendendolo a sassate, distruggendolo: il vetro della teca, che custodisce il gioco d'acqua, è spaccato. La teca dell'idrocronometro serve da un lato a proteggere l'orologio e dall'altro a svelarne il meccanismo. Un gioco alimentato dall'acqua Marcia che riempie tutta la fontana.



Il vetro andrà quindi sostituito e non sarà cosa facile anche perchè la manutenzione è affidata all'Elis che, avendo adottato l'orologio ad acqua nel 2006, ancora una volta dovrà farsi carico delle spese. Insostenibili per una scuola professionale.



Così come non sarà semplice rimettere in moto un meccanismo pensato nell'800: le lancette ferme infatti rivelano probabilmente un danno anche interno. L'Elis non ha più le risorse per intervenire e il tempo si fermerà, ancora una volta.



"MANCANO I FONDI, NON LO RIPARIAMO" Pierluigi Bartolomei, preside dell'Elis, che succede all'orologio ad acqua?

«Succede che dopo 10 anni di adozione lo riconsegniamo al Comune. Non si può andare avanti così: l'idrocronometro è vittima di vandalismo e il Comune non controlla nè ci sostiene per le spese».

Capita spesso?

«Purtroppo sì, 4 anni fa abbiamo dovuto rifare tutto: vetri e quadrante. Non possiamo farcene carico: ci rimettiamo economicamente».

È una richiesta di aiuto?

«Sì. L'Elis è una scuola di Casal Bruciato, per ragazzi di periferia, e certo non possiamo permetterci di pagare le ristrutturazioni ogni volta. Noi garantiamo la manodopera ma almeno i pezzi deve metterli il Comune».

I suoi ragazzi che ne pensano?


«Credo che per loro sia diseducativo: non voglio insegnargli a lavorare gratis pagando anche le sostituzioni. Riconsegno le chiavi e arrivederci Roma». Leggi l'articolo completo su
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