«Se nessuno osa porre in dubbio un nesso quantomeno concausale tra esposizione alle radiazioni provenienti da un'esplosione atomica e patologie tumorali - scrive Fadda - non si vede perché non possa ritenersi analogamente sussistente questo medesimo nesso tra esposizione a radiofrequenze e tumori encefalici rari», come quello che ha colpito Romeo. La sentenza ha stabilito che esiste una correlazione tra il tumore al cervello, benigno ma invalidante di cui è affetto l'uomo, e l'uso «abnorme» del cellulare che Romeo, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2010, ha dovuto fare per lavoro. Leggi l'articolo completo su
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