Ma ieri mattina non è andato tutto liscio come da previsioni e tradizione. All’arrivo della statua della Vergine, verso le 9.40, si è scatenata una vera e propria rivolta popolare che ha tenuto in ostaggio la sacra effigie e la processione per circa due ore. Motivo del blocco della processione era il sequestro di alcuni fuochi d’artificio ritenuti non a norma effettuato dai carabinieri della locale tenenza guidata dal tenente Iannelli.
Un sequestro materializzatosi verso le otto di mattina, dopo una richiesta di controlli che sarebbe partita dalla Curia nocerina. L’azione improvvisa delle forze dell’ordine ha fatto letteralmente imbestialire gli abitanti della zona che, in attesa dell’arrivo della processione, hanno pensato di bloccare la processione mettendo in ansia anche gli altri rione paganesi in attesa del passaggio della Vergine.
Un intero quartiere si è riversato in strada ad accogliere la «Madonna delle galline» ed a sfogare la propria rabbia contro le istituzioni. Al grido di «vergogna, vergogna, vergogna» sono stati accolti gli esponenti dell’amministrazione paganese, imbarazzati e colti di sorpresa da una contestazione senza precedenti.
Alcuni organizzatori del «comitato di benvenuto» si sono subito avvicinati agli amministratori paganesi e hanno iniziato ad inveire contro il sindaco Bottone, reo, a loro giudizio, di aver firmato un’ordinanza contro i fuochi d’artificio. Un’ordinanza che non è mai stata firmata dal sindaco che, con immensa difficoltà, ha provato a stemperare gli animi e a chiarire quanto accaduto affermando più volte di essere favorevole ai fuochi d’artificio.
«Questo è il risultato del fango gettato su questa nostra città. Non abbiamo firmato nessuna ordinanza contro i fuochi d’artificio. Questo è un regalo di chi ha firmato e permesso queste cose. Ci hanno fatto questa sorpresa del sequestro. Adesso mi ritrovo circondato con il rischio di essere anche linciato. Mi hanno esposto al linciaggio», ha affermato un rammaricato Salvatore Bottone, attaccando in particolare la carta stampata e le forze dell’ordine assenti. Altre assenze non passate inosservate sono state quelle del vescovo Giuseppe Giudice e quella di don Flaviano Calenda, fermatisi entrambi al «Carminello ad Arco» e anch’essi contestati dalla popolazione.
Presente solo don Enzo Di Nardi, vicario della Forania di Pagani, oltre ai membri dell’arciconfraternita della «Madonna delle galline» rimasti fermi ed inermi innanzi ad uno spettacolo indegno e inaspettato. Leggi l'articolo completo su
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