L'uomo scatenò il panico, abbattendo il muro che divideva la sua casa da quella della coppia, facendo irruzione all'interno e distruggendo suppelletili e qualsiasi altra cosa gli capitasse sotto tiro. Tutto questo simulando anche il possesso di una pistola, per incutere ancora più paura.
Dietro quel gesto un trascorso di litigi, rancori e la circostanza di non poter tollerare la vicinanza con quella donna. L'atto estremo fu rappresentato dal tentativo di appiccare un incendio in quella stessa casa, costringendo la coppia a fuggire e a rivolgersi ai carabinieri. Dopo quei fatti, la procura accertò un disturbo mentale nell'uomo, sottoponendolo ad un regime controllato presso il centro specializzato di Villa Chiarugi. Ora rischia di essere processato, dopo quanto chiesto dal procuratore Amedeo Sessa
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