In poche ore sono comparsi su Facebook diversi gruppi chiusi e pagine pubbliche inneggianti alla vendetta e alla morte di Italo. Sono tutti dalla parte di Fabio Di Lello, affettuosamente soprannominato 'Gladiatore', e neanche dopo la morte sembrano provare pietà per il ragazzo: «Ha fatto troppo poco, io lo avrei investito ripetutamente». E ancora: «Un verme che meritava di morire», «Non avremo mai giustizia, possiamo solo aspettare quella divina», «Se i processi funzionassero, non saremmo qui a cercare giustizia» e «Doveva essere processato prima». Lo riporta anche il CorSera.
Questo il campionario di pensieri presenti sulle tante pagine e gruppi, molti dei quali sono stati chiusi dopo poche ore, inneggianti alla giustizia privata di Fabio Di Lello. Neanche l'uccisione del giovane, che in auto investì Roberta in sella al motorino, è bastata per ottenere perdono e compassione. Italo, che viaggiava a 62 km/h su una strada in cui il limite era a 50, si è fermato per prestare soccorso a Roberta. Ma anche questo, per i vendicatori pieni d'odio sui social, è stato una colpa. Leggi l'articolo completo su
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