Omicidio Famoso, il legale della famiglia: "Non aveva neanche sfiorato il killer" -Foto

Alfredo Famoso, il tassista ucciso a Milano (Fotogramma)
I familiari di Alfredo Famoso saranno parte civile nel processo contro Davide Righi, che lo scorso 23 febbraio in via Morgagni ha scagliato in faccia al tassista 68enne una confezione di bottiglie d'acqua minerale.




Dopo lo scontro, Famoso è caduto a terra battendo la testa, è entrato in coma ed è morto due giorni dopo in ospedale. La decisone è stata presa dalla prima Corte d'Assise, davanti alla quale ha preso il via il processo per omicidio preterintenzionale. Righi, 48 anni, consulente informatico, era insieme alla compagna incinta. Agli inquirenti ha raccontato che il taxi di Famoso ha rischiato di investirli mentre attraversavano sulle strisce pedonali. Così Righi ha affrontato il 68enne, lo ha colpito facendolo cadere ma non aveva intenzione di ucciderlo.



Una tesi che non convince l'avvocato della famiglia Famoso, Danilo La Monaca, che intende dimostrare come l'attenuante della provocazione, indicata dal gip Gianfranco Criscione nella convalida del fermo di Righi, in realtà non ci sia. «Righi e la compagna erano sul marciapiede - ha spiegato - il taxi non li ha nemmeno sfiorati. Righi, che ha molti precedenti, ha reagito male».











I giudici hanno ammesso tutti i testi indicati dal pm Maria Latella e dalla difesa. Le parti intendono anche ascoltare l'imputato. Il processo riprenderà il 16 settembre, quando in aula si presenteranno i poliziotti che sono intervenuti, il medico legale che ha svolto l'autopsia e il consulente della difesa che non ha ancora depositato la relazione sulle cause della morte di Famoso. Leggi l'articolo completo su
Leggo.it