Ha condiviso la cella con colleghi provenienti da diversi parti del mondo. Lui, al contrario dei suoi compagni, è stato rilasciato. Per gli altri la dura condanna con la decapitazione ripresa e diffusa in tutto il mondo.
Piano piano ha visto gli altri ostaggi andarsene, con il terrore di essere il prossimo. Parliamo di James Foley, Steven Sotloff, David Haines e Alan Henning, divenuti tragicamente celebri per esser stati giustiziati davanti a una telecamera dagli esponenti dell'Isis nei loro video propaganda del terrore.
Liberato ad Aprile, il terrore nei suoi occhi e nei suoi ricordi è ancora vivo. "Mangiavamo e dormivamo insieme, non c'era alcuna privacy nella cella. Parlavano della vita, delle speranze di salvezza e sulle nostre aspettative. Abbiamo vissuto ogni momento insieme, 24 ore su 24 per sette giorni a settimana", ha raccontato Henin in un'intervista. "La cella era molto piccola e per tenerci in forma correvamo sul posto".
"Alan Henings era un orsacchiotto - prosegue raccontando i suoi compagni di cella - David Haines aveva lasciato il suo lavoro per dedicarsi ad azioni umanitarie, John Cantlie era una brava persona e fu obbligato a leggere quei messaggi. Non meritavano di morire in quel modo brutale".
Si è salvato, ma i ricordi non riescono ad abbandonarlo. "La mia mente è ancora da qualche parte in una cella in Siria - conclude - e svegliarsi la mattina con la notizia che uno dei miei ex compagni di è stato ucciso mi riporta a mesi prima. È terribile".
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