GIOVANE ALTOATESINO: "MI SONO SALVATO". Cara mamma, io sto bene. Ero sulle montagne. A Kathmandu e' tutto distrutto". E' questo il testo del messaggio inviato via Skype a mamma Carolina da Aaron Hell, il giovane di 22 anni di Bolzano dato inizialmente per disperso sulle montagne dell'Himalaya a seguito del devastante terremoto. Il ragazzo e' riuscito a mettersi poco fa in contatto con la famiglia grazie a Skype dopo aver provato piu' volte, invano, un contatto telefonico.
VOLONTARIO VICENTINO: "STO BENE" Con un messaggio via cellulare ha detto di stare bene Leonardo Cimberle, un 19enne di Bassano del Grappa che al momento del terremoto che ha devastato parte del Nepal si trovava a Kathmandu per motivi umanitari. Il giovane - come racconta la madre Paola Breseghello - dopo la maturità ha deciso di lavorare per un'associazione di volontariato internazionali. Leo, come lo chiama la mamma, è partito mesi fa per un tour di volontariato, è stato per un pò in Thailandia e quindi è passato in Nepal dal quale doveva partire il 17 aprile scorso per la Cina. Poi un cambio di programma perchè, come ha detto alla mamma in un messaggio, «qui la vita sta prendendo una piega fantastica, mi fermo qui». Il terremoto è avvenuto mentre Leo si trovava a Kathmandu e la paura ha bussato alle porte della casa di Bassano fino a quando non è arrivato un ultimo messaggio: «sto bene vado al parco Thamel». La madre, finchè il telefonino regge, segue adesso gli spostamenti di Leo con la app 'trovà dell'iPhone. «Ora - dice - sono in fiduciosa attesa di un contatto. Intanto gli ho mandato l'indirizzo dell'Ambasciata, numeri di possibili contatti per aiuti e suggerimenti su come comportarsi per evitare malattie e gli eventuali rischi di una situazione che è caotica ed incontrollabile, il tutto da utilizzare quando riuscirà a ridare vita al telefonino». «Gli ho detto anche - aggiunge - di 'aggrapparsì al primo tricolore italiano che vede nella speranza che ci siano nostri connazionali che lo possano aiutare». «Ma - sottolinea - conoscendo Leo, so già che lui si muoverà, appena sistemato, non per tornare a casa, cosa che potrebbe accadere con gli uomini della Farnesina in partenza per far rientrare gli italiani, ma rimarrà lì per dare una mano a chi ha bisogno: ha scelto questo percorso, ne soffro come madre, ma non posso che assecondarlo sapendo che è ormai un uomo ed ha diritto alle sue scelte».
GRUPPO DI NOVARESI: BLOCCATI IN RIFUGIO Restano bloccati in un rifugio a 2.850 metri di altitudine, ma stanno tutti bene tre escursionisti novaresi sorpresi dal terremoto nel corso di un trekking nel Nepal.
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