Sgarbi si candida a sindaco di Milano: "Nell'area Expo faccio letti a castello e ospito emigranti"

Sgarbi si candida a sindaco di Milano: "Nell'area Expo faccio letti a castello e ospito emigranti"
«Facciamo dell'Expo la città degli emigranti». Con questa provocazione Vittorio Sgarbi si candida a sindaco per le prossime comunali. Presentandosi al circolo della stampa e presentando il proprio simbolo (il nome in blu su campo giallo e lo stemma di Milano), il critico, già assessore alla Cultura con la giunta Moratti e sindaco della siciliana Salemi, attualmente assessore 'alla Rivoluzionè di Urbino, ha lanciato i suoi 'stralì in particolare contro Expo. Il primo «affondo» contro il padiglione Italia «la più brutta» delle strutture di Expo, costata «100 milioni», una spesa che secondo Sgarbi giustifica la sua intenzione di «stracciare il bollettino per pagare le imposte». Su Expo, Sgarbi spiega: «Finisce l'Expo e cosa succede? L'unica cosa che non butto giù è la più brutta (il padiglione Italia, ndr), tutti gli altri li smantello e poi cosa ci faccio? Ne faccio un'area per nuova edilizia e chi le compra le nuove case?» Ecco allora la proposta-provocazione: «Io non smantello niente, tengo tutto, faccio dei letti a castello e ospito tutti gli emigranti, per 30 anni almeno può stare in piedi». Una soluzione «di emergenza» per Sgarbi che nel mirino mette anche la gestione dell'evento che «non ha portato nessun visitatore da Expo a Milano». Per Sgarbi, quindi, la priorità è alzare il «prestigio culturale» della città e per farlo intende, sul modello del progetto 'Belle Artì promosso con la Regione per Expo, farne la città delle «cento meraviglie», a partire da Scala, Triennale, Brera e Piccolo Teatro.
Leggi l'articolo completo su
Leggo.it