Roma, ucciso dopo il festino, la confessione choc: "Torturato, poi abbiamo dormito con il cadavere"


«Ricordo solo che la morte è sopravvenuta dopo tanto tempo e Luca ha sofferto molto. Lo abbiamo davvero torturato». Confessa Manuel Foffo e ricorda quella giornata da incubo, quando, stravolti dalla cocaina e dall'alcool, hanno deciso di uccidere una persona «per vedere che effetto faceva». È capitato a Luca Varani, ma poteva esserci chiunque al suo posto. La testimonianza è del 6 marzo, mezzanotte e 47 minuti. Foffo si presenta ai carabinieri accompagnato dall'avvocato Michele Andreano. È stato il padre a convincerlo a confessare, quando il figlio gli ha raccontato cosa aveva fatto. Stavano tornando dal Molise, avevano partecipato al funerale dello zio. E il ragazzo, studente fuoricorso, 29 anni, benestante, genitori separati, non aveva resistito alla tensione ed era esploso travolgendo il padre nell'orrore di cui era stato protagonista. «Ammetto - dice ai carabinieri - di aver ucciso il ragazzo che avete trovato nel mio appartamento. L'ho fatto insieme con il mio amico Marco Prato. Abbiamo usato due coltelli e un martello. Io ho colpito Luca al collo e forse anche in altre parti del corpo».

Il pm Francesco Scavo gli chiede come mai avessero scelto Varani. Chi dei due lo conoscesse. Ma anche a quando risalisse la sua amicizia con Prato. Manuel va indietro con i ricordi, è lucido e dettagliato, chissà se si è reso conto fino in fondo di quello che ha fatto. Fornisce i particolari dell'esecuzione in stile Arancia Meccanica, e il suo racconto ricorda quei giovani della Roma bene che nel settembre del '75, violentarono e massacrarono Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Qui la bella villa del Circeo non c'è, il delitto è avvenuto in un appartamento in via Igino Giordani al Collatino, ma le dinamiche si somigliano molto. Nessun movente, solo droga e follia.

SENZA MANGIARE E DORMIRE

«È iniziato tutto settimane fa - continua il racconto - quando io e Marco ci siamo organizzati per trascorrere del tempo insieme. Facevamo uso di cocaina entrambi. Ci siamo chiusi in casa mercoledì 2 marzo. Non abbiamo mai mangiato né dormito. E abbiamo chiamato più volte lo spacciatore per farci portare la cocaina. Quanti grammi non so, ho speso 1500 euro. Abbiamo bevuto fino a scoppiare. Volevamo vedere fino a dove resistevamo». L'amicizia con Marco è di quelle strane, alimentata da una sorta di ricatto. Prato è gay, Foffo dichiara di essere eterosessuale, ma cede alle offerte di sesso di Marco e lui lo filma. Avviene una prima volta, poi una seconda, durante un veglione di Capodanno. Foffo sembra subire l'amico, ma continua a vederlo.


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