A riconoscerne la mano era stato Thaddée Prate, direttore della casa d'aste parigina Tajan dove il piccolo lavoro (circa 7 pollici x 5 pollici) era stato portato da un cliente, il medico ansioso di fare un po' d'ordine nella casa paterna, insieme ad altri disegni raccolti dal padre appassionato bibliofilo. Ma questo studio, realizzato con due tonalità di inchiostro a immortalare il martire Sebastiano legato a un albero, aveva un che di speciale. Quel giorno peró, ricorda Prate, lui andava un po' di fretta e non prestó la necessaria attenzione al pezzo. Cosa che non mancó di fare qualche tempo dopo chiedendo il parere a un consulente esperto venditore di disegni di grandi maestri Patrick de Bayser. Che indivuduó subito degli incredibili indizi: il fatto che l'opera era di un mancino (come Leonardo) e che sul retro c'erano degli schizzi di tipo scientifico con alcune note scritte in un italiano rinascimentale.
Il terzo parere richiesto a Carmen C. Bambach del Metropolitan Museum of Art di New York, conferma le ipotesi e ricorda con emozione l'attimo in cui vide per la prima volta il disegno:
«I miei occhi saltarono fuori dalle orbiteL'attribuzione è del tutto incontestabile». Il lavoro si puó datare fra il 1482 e il 1485, durante la prima fase del periodo di Leonardo a Milano, quando dipinse la sua prima versione di "La Vergine delle rocce", che si trova al Louvre. Leggi l'articolo completo su
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