“Tutto è cominciato da una mia denuncia ai carabinieri - racconta Ines nell’intervista - Dopo la nascita della bambina il mio compagno, che aveva altri due figli, cosa che ignoravo, si è rifiutato di lavorare. E quando gli chiedevo di provvedere almeno ai bisogni della bambina, diventava violento. Così l’ho cacciato di casa e l’ho denunciato”. Ma dopo la lite e la rottura, l’uomo, secondo il racconto di Ines, continuava a minacciarla. “Lui beveva e tornava a minacciarmi - continua - Da qui nasce il primo provvedimento che mi toglie mia figlia e che si basa sulla motivazione che è meglio mettere la bambina in un istituto, perché io non sarei stata in grado di difenderla”.
La donna punta il dito sul pm, Ada Luzza, che l’ha giudicata madre non idonea, e che anni prima aveva deciso anche per la stessa Ines l’affidamento ad una casa famiglia. “Quando avevo 4 anni mi affidò ad una casa famiglia perché i miei erano separati e mia madre una notte mi aveva lasciata da sola a casa. Da allora sono sempre scappata da queste strutture, e lei mi faceva sempre tornare dentro, finché non sono diventata maggiorenne”. Poi l’affondo accusatorio: “Lei ha deciso che ero una bambina allo sbando, poi che ero una cattiva ragazza, e adesso che sono una cattiva madre”. Leggi l'articolo completo su
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