Il magistrato inquirente, ha spiegato l'avv. Igor Giostra, legale dei Nicolai, «ha accolto con grande sensibilità la richiesta dei genitori del ragazzo, e mostrato la determinazione a condurre ogni accertamento utile alle indagini, anche prendendo contatti con la procura spagnola».
Per ora il fascicolo di inchiesta italiano è aperto a modello 44, contro ignoti, e con un'ipotesi di reato ancora da formulare. Il prof. Bolino si è riservato 60 giorni di tempo per depositare le proprie conclusioni, ma la speranza di Stefano Nicolai e della moglie, l'avv. Erminia Fidanza, è che l'indagine italiana dica una parola chiara sulle ultime ore di Giacomo, uno studente di ingegneria (era iscritto al Politecnico di Torino) apparentemente soddisfatto del suo percorso di vita, e dell'esperienza che con l'Erasmus stava conducendo a Valencia.
Quella sera aveva partecipato ad una festa con i propri coinquilini, poi era andato a dormire. Uno dei giovani con cui condivideva l'appartamento ha riferito alla polizia spagnola che attorno alle 7 del mattino l'avrebbe trovato morto nella sua camera da letto. Secondo la polizia, che ha chiuso il caso in 48 ore, Giacomo si sarebbe auto-inflitto le tre ferite repertate con un coltellino dalla lama di 7 cm, acquistato di recente, ma non si sa da chi. Nessun biglietto o messaggio agli amici, per spiegare il perché di quel gesto. A sommarie informazioni gli agenti spagnoli hanno sentito 5 ragazzi: i due messicani che vivevano con la vittima, un tedesco, e un'amica di Giacomo. Leggi l'articolo completo su
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