Peccato che il web si sia subito diviso tra gli entusiasti sostenitori della legalizzazione e chi invece non ha gradito, ricordando a Giachetti il ruolo istituzionale che ricopre. I commenti si sono susseguiti così rapidamente che lo stesso deputato romano, dopo aver bevuto qualche bicchiere a cena e dopo, ha deciso di scrivere un post su Facebook.
«Quello era un sigaro, ma mettiamo che sia una canna. Sono il primo firmatario della proposta per le legalizzazione, ne sono orgoglioso e non mi nascondo» - spiega Giachetti - «Ci sono tanti buoni motivi per legalizzare le droghe leggere. Il proibizionismo ha fallito, lo sostiene anche la Direzione Nazionale Antimafia, e continua ad arricchire le mafie. Le carceri, poi, non possono essere piene di giovani la cui unica colpa era quella di possedere hashish o marijuana. Inoltre, è risaputo che le droghe leggere non sono più dannose dell'alcool e, nonostante le ipocrisie di alcuni, sono libere perché esistono e girano liberamente. Io, insieme a oltre duecento deputati, le voglio regolamentare».
Non solo l'arringa a sostegno della legalizzazione. Roberto Giachetti si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa: «Questo è il mio profilo personale, qui posto la mia vita. Invece nella pagina pubblica informo i cittadini dell'attività istituzionale. Qui ho letto commenti in cui mi si dava del drogato, del frequentatore di bordelli a causa della luce rossa, ecc... Bene, accetto tutte le critiche e le rivendico, senza ipocrisie. Nella vita ho manifestato e lottato per i diritti di tutti e per la pace sociale, questo sono io. Non mi troverete mai a manifestazioni in difesa della famiglia da pluridivorziato o cliente di prostitute». Leggi l'articolo completo su
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